Migliore collegamento tra la filiera maidicola e quella lattiero-casearia per uno sviluppo inclusivo e sostenibile del territorio – “MONITORAGGIO SUL CONTENUTO DI AFLATOSSINE DEL LATTE”.

Pubblicato lunedì 15 settembre 2025


Grazie anche agli aiuti camerali del Bando Unico Annuale 2024 (Progetto G78H24000200003) è stato condotto un monitoraggio sul contenuto di Aflatossina M1 nel latte crudo prodotto nel territorio della provincia di Vicenza.

Lo studio ha interessato l'arco temporale che va dal 1° luglio 2024 al 30 giugno 2025.

Le aree oggetto di studio sono state due:

- Pianura, in cui sono stati monitorati 4 caseifici per un totale di 40 aziende agricole primarie.

- Montagna, in cui è stato monitorato un caseificio per un totale di 47 aziende agricole primarie.

Tutti i caseifici coinvolti sono cooperative locali.

Presso ogni azienda agricola primaria, con frequenza bimensile, sono stati prelevati dei campioni di latte crudo e sottoposti, presso laboratori certificati, ad analisi di screening per la micotossina oggetto di studio.

I campionamenti sono stati effettuati sia con il supporto di un tecnico specializzato, sia con l'utilizzo di un lattoprelevatore automatico appositamente installato sui mezzi utilizzati per la raccolta del latte.

Sono stati utilizzati contenitori dedicati idonei alle attività di laboratorio i cui materiali non influiscono sul risultato delle prove.

Le analisi per la quantificazione della concentrazione di Aflatossina M1 nel latte sono state eseguite presso il laboratorio dell'Associazione Regionale Allevatori del Veneto e presso il laboratorio Lifeanalytics srl di Sovizzo.

Entrambi i laboratori hanno utilizzato un metodo di screening in ELISA normalizzato ISO 14675:2003(IDF 186:2003). Per talune analisi specifiche si è fatto riferimento ad altri laboratori autorizzati.

I campioni sono stati mantenuti refrigerati fino al momento dell'analisi, avvenuta entro le 24 ore dal campionamento.

Per i dati oggetto di studio è stato individuato un limite di conformità pari a 30 ppt, pertanto tutti i valori maggiori di 30 ppt sono stati considerati non conformi.

Se analizziamo i dati raccolti come numero di aziende non conformi si vede che:

- in pianura (nel periodo di studio) il numero di aziende non conformi è stato di 40, con una percentuale media annua di incidenza pari a 8.3%.

- in montagna (nel periodo di studio) il numero delle aziende non conformi è stato di 19, con una percentuale media annua di incidenza pari a 3.4%.

Se analizziamo i dati in riferimento alla quantità di latte prodotto:

- in pianura l'8.5% del latte prodotto è risultato mediamente non conforme.

- in montagna il 4% del latte prodotto è risultato mediamente non conforme.

E' stato rilevato un picco di non conformità:

- in pianura nel mese di gennaio 2025 con il 26.21% di latte non conforme.

- in montagna nel mese di febbraio 2025 con il 27.5% di latte non conforme.

Lo studio ha evidenziato la variabilità stagionale dei dati ma anche una variabilità annuale, infatti se confrontiamo i dati con quelli ottenuti durante il monitoraggio precedente (agosto 2023 - luglio 2024) si nota un notevolmente aumento delle non conformità:

- in pianura le non conformità (in termini di quantità di prodotto) sono passate dal 4.10% dato del periodo precedente) al 8.5% (dato del periodo di studio).

- in montagna le non conformità (in termini di quantità di prodotto) sono passate dallo 0.21% (dato del periodo precedente) al 4% (dato del periodo di studio). 

Nell'ambito del progetto è stata organizzata un'iniziativa divulgativa/formativa aperta a tutti i produttori primari di latte della nostra Provincia ed ai coltivatori di mais.

A tale incontro è intervenuto il Sig. Emilio Pellizzari - Presidente di Grandi Colture di Confcooperative Veneto.

Il Sig. Pellizzari ha informato che, in questi ultimi 10 anni, le superfici coltivate a mais in Italia sono quasi dimezzate, nonostante la particolare vocazione della pianura padana per questa coltura, nonostante la qualità del prodotto in termini di contenuto di amidi e nonostante la particolare utilità del mais per la produzione di latte.

I problemi sono legati ai costi elevati di produzione, si dovrà in futuro passare ad una coltura rigenerativa volta a ripristinare la sostanza organica dei terreni e si dovrà andare verso contratti di filiera coltivando il mais in modo mirato per particolari destinazioni finali e la zootecnia è una di queste.

C'è poi la necessità che il prezzo del prodotto sia noto già prima di iniziare con la coltura in campo in modo da dare certezze ai produttori e migliore fidelizzazione verso questa coltura.

Per quanto riguarda la salubrità del mais, il Sig. Pellizzari ha informato che ci sono studi che prospettano la possibilità di conoscere il contenuto di tossine mentre la coltura è ancora in campo, a livello nazionale si sta insistendo per finanziare questi studi che potrebbero avere una notevole validità in futuro.

Si ringrazia per la collaborazione le Latterie coinvolte, gli Enti che hanno collaborato: Associazione Regionale Allevatori del Veneto e Confcooperative Vicenza e la Camera di Commercio di Vicenza per il sostegno economico.

Si rimanda per i dettagli alla lettura della relazione finale.

 

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