Pubblicato giovedì 27 dicembre 2018
Grazie all'intervento economico della Camera di Commercio di Vicenza (Bando unico Annuale 2017 - Progetto G38H17000020003 - periodo dicembre 2017 - settembre 2018) è stato possibile realizzare uno "Studio sulla composizione in acidi grassi del latte prodotto in provincia di Vicenza, per la valorizzazione dei prodotti ed il miglioramento degli aspetti nutrizionali e salutistici".
E' nota la vocazione casearia della nostra Provincia e l'importanza dei formaggi DOP quali il Grana Padano, il Formaggio Asiago ed il Provolone Valpadana che assicurano il legame con il territorio ed un certo reddito alle imprese primarie zootecniche.
L'attenzione verso le proprietà nutrizionali degli alimenti è in crescita e coinvolge anche i prodotti lattiero caseari inducendo il nostro settore alla ricerca di continui margini di miglioramento.
Già con precedenti ricerche, svolte dallo scrivente Consorzio con il contributo della CCIAA in indirizzo, era stato dimostrato l'effetto positivo dell'alpeggio (alimentazione degli animali con erba o fieno in abbondanza) sul contenuto del latte in acidi grassi polinsaturi tra cui CLA e Omega3, entrambi con significato nutrizionale positivo.
Con questo studio, realizzato a partire da dicembre 2017 e fino a settembre 2018 con il contributo della Camera di Commercio di Vicenza, si è voluto completare il lavoro avviato in passato studiando il profilo acidico del latte con particolare riferimento alle aziende zootecniche della nostra Provincia ubicate in zona di pianura e caratterizzate da diverse tipologie gestionali rispetto a quelle di montagna.
Lo studio è iniziato selezionando n. 31 aziende zootecniche collocate appunto in zona di pianura e facenti capo a tre diversi Caseifici Cooperativi associati.
l termine della ricerca è stato predisposto un opuscolo informativo che riepiloga i lavori svolti ed evidenzia i risultati ottenuti che è stato diffuso tra i produttori soci e tra gli operatori del settore della nostra Provincia.
I risultati dello studio condotto hanno evidenziato che con l'alimentazione degli animali è possibile "pilotare" in una certa misura la composizione in acidi grassi del latte.
Anche negli allevamenti ubicati in zone di pianura (come era stato dimostrato negli studi precedenti per quelli di montagna) emerge la differenza tra diete a base di erba fresca e foraggi affienati con poco insilato di mais e concentrati e diete più ricche di questi ultimi due alimenti, che tendono ad elevare il livello di Omega-6 e quindi ad alzare il rapporto tra Omega-6/Omega-3 (n-6/n-3).
Nei Paesi occidentali il valore di questo rapporto (n-6/n-3) è progressivamente aumentato nel tempo per il maggiore apporto di acidi grassi n-6 e diminuzione di acidi grassi n-3 assunti con il cibo,sono auspicabili valori bassi di questo rapporto per la salute umana anche se non è stato fissato per ora un limite massimo.
Nello studio condotto è emerso che i formaggi mantengono, per quanto riguarda il contenuto in acidi grassi, le caratteristiche medie del latte di partenza.
Quindi la sfida per il futuro del nostro settore è rappresentata da allevamenti meno intensivi con alimentazione degli animali più tradizionale, per offrire ai consumatori migliori garanzie per gli aspetti nutrizionali e salutistici del latte e dei suoi derivati.
Questi argomenti verranno trattati con i produttori primari della nostra Provincia in occasione delle prossime Assemblee, per far comprendere loro le evoluzioni in atto e le scelte che dovranno fare in futuro nell'ottica di garantire la crescita delle imprese del settore.
Verrà valutato con i produttori se inserire, nei sistemi di pagamento del latte in base alla qualità, degli elementi premianti per le imprese che investono nel migliorare gli aspetti nutrizionali e salutistici dei prodotti.
Si rimanda al testo della relazione finale.